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Internet e le tecnologie informatiche non sono entrate solo nelle nostre case, ma anche nelle aziende e stanno cambiando sempre più rapidamente la maniera di produrre, distribuire e vendere. Stiamo assistendo a una rivoluzione industriale senza precedenti, che si è guadagnata il moniker di Industria 4.0. Ma che cos’è l’Industria 4.0 esattamente? In questo blog post esamineremo il significato dell’espressione e il suo legame con i finanziamenti statali erogati al settore.

L’origine del termine

L’origine del termine Industria 4.0 risale agli anni 2010 nei forum internazionali dedicati ad economia e manifattura, come il World Economic Forum di Davos e la Fiera di Hannover.

È stato introdotto per definire un nuovo paradigma produttivo che prevede un utilizzo sempre maggiore di automazione, digitalizzazione, internet, software e hardware per la raccolta dati all’interno dei siti manifatturieri in modo da aumentare la produttività complessiva ed efficientare i processi.

Una vera e propria quarta rivoluzione industriale – da qui l’accezione 4.0 – dopo quella meccanica, quella elettrica e quella informatica.

L’industria 4.0 in concreto

Nei fatti industria 4.0 indica un sistema produttivo nel quale i processi sono resi più efficienti dall’adozione e dall’utilizzo di una serie di particolari soluzioni hardware e software.

Alcuni esempi:

  • Adozione dell’Internet of Things (connessioni wireless) per far comunicare tra loro macchinari e permettergli di scambiarsi dati in tempo reale
  • Utilizzo di sensori per raccogliere dati su input, output, consumi, tempi dei processi
  • Autodiagnostica da parte dei macchinari, con riduzione dei fermi di produzione dovuti a guasti imprevisti
  • Soluzioni software per ordinare e rendere fruibili in cloud i dati raccolti dai macchinari

Con l’ingresso di queste tecnologie il sito produttivo diventa “intelligente”, offrendo agli operatori la possibilità di misurare i processi con dei Key Performance Indicator in modo da renderli efficienti, aumentando la produzione e riducendo i consumi di materie prime.

Stando a McKinsey, adottare le tecnologie 4.0 permette di ridurre del 20% i costi di inventario, aumentare la produttività della manodopera del 15-30% e di diminuire i tempi di fermo macchina del 30%-50%.

 

 

Definizione di Industria 4.0 in Italia

In Italia, industria 4.0 ha assunto però anche una valenza più specifica, legandosi ad un insieme di tecnologie e procedure identificate dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) la cui adozione da parte delle aziende costituisce titolo per l’accesso ad importanti benefici fiscali.

Lo scopo del piano industria 4.0 del MISE varato nel 2016 (rinominato poi impresa 4.0 e quindi transizione 4.0) è quello di aiutare le aziende italiane a fare propri gli strumenti di questa nuova rivoluzione industriale finanziandone in parte le spese per l’adozione di beni strumentali all’attività di impresa (tanto hardware che software).

Per evitare però che i finanziamenti fossero destinati a scopi lontani da quelli immaginati dal ministero, quest’ultimo ha perciò provveduto a definire una serie di paletti su quali tecnologie possano considerarsi abilitanti per l’accesso ai finanziamenti.

In poche parole, in Italia “industria 4.0” è diventata una parola chiave per una serie di tecnologie 4.0 riconosciute dalla Pubblica Amministrazione come tali, perdendo in parte il significato più ampio che aveva in origine.

 

 

Industria 4.0 e finanziamenti

Il piano nazionale per la transizione 4.0 attualmente prevede una serie di scaglioni percentuali di crediti d’imposta fino al 2025 a seconda del tipo, dell’anno e della consistenza dell’investimento.

Tre sono le voci fondamentali per cui è possibile richiedere un credito d’imposta: beni strumentali, ricerca e sviluppo, formazione.

Beni strumentali

Il credito d’imposta è erogato all’azienda per l’acquisto di beni strumentali all’attività d’impresa sia materiali (macchinari, hardware) che immateriali (software).

Per i beni materiali, dal 2023 al 2025 il credito è pari:

  • al 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • al 10% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro
  • al 5% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro

Per i beni immateriali, il credito è pari a:

  • al 15% per investimenti fino a un milione di euro nel 2023
  • al 10% per investimenti fino a un milione di euro nel 2024
  • al 5% per investimenti fino a un milione di euro nel 2025

I beni strumentali considerati validi per l’accesso ai crediti d’imposta sono definiti nella lista A (beni materiali) e nella lista B (beni immateriali) della Legge di Bilancio 2023.

Ricerca e sviluppo

I crediti d’imposta per ricerca e sviluppo per l’industria 4.0 sono corrisposti a seconda degli anni e delle aree di investimento:

  • Innovazione tecnologica: 10% fino a 2 milioni di euro nel 2023, 5% fino a 2 milioni di euro fino al 2025;
  • Innovazione tecnologica 4.0 e green: 5% fino a 4 milioni di euro fino al 2025;
  • Attività di design e ideazione estetica: 10% fino a 2 milioni di euro nel 2023, 5% fino a 2 milioni di euro fino al 2025;

I criteri per la definizione di queste attività sono definiti nel documento ministeriale.

Formazione 4.0

La terza tipologia di investimenti che permettono di accedere al credito d’imposta sono quelli per la formazione del personale alle tecnologie 4.0.

È possibile ottenere un credito d’imposta:

  • del 70% fino ad un massimo annuale di 300 mila euro per le piccole imprese
  • del 50% fino ad un massimo annuale di 250 mila euro per le medie imprese
  • del 30% fino ad un massimo annuale di 250 mila euro per le grandi imprese

La formazione deve riguardare una serie di tematiche identificate dal ministero (big data, IoT, Cyber Security, etc.) ed essere erogata da enti certificati e riconosciuti dal ministero.

Come ottenere i finanziamenti

Naturalmente per passare all’industria 4.0 approfittando degli incentivi messi a disposizione dallo stato è necessario rispettare una serie di requisiti stringenti.

In particolare, è necessario presentare un progetto ordinato con apposita comunicazione che comprenda tutte le informazioni fondamentali: risultati che si intende ottenere, rendicontazione delle spese sostenute e soprattutto la perizia giurata da parte di una figura professionale che garantisca che gli investimenti sostenuti siano idonei alla ricezione del credito d’imposta, obbligatoria per spese superiori a 500 mila euro.

La scelta più semplice in questo caso è quella di semplificare il processo rivolgendosi ad un consulente per l’industria 4.0.

WillBit si occupa precisamente di questo: aiutiamo le aziende italiane a cogliere i benefici della quarta rivoluzione industriale ponendoci come interlocutore unico dall’inizio alla fine del progetto, quindi come Global Partner Project.

 

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