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Per il tessuto produttivo italiano, la transizione a “fabbrica intelligente” è una priorità assoluta.

La manifattura italiana è conosciuta a livello internazionale per precisione, creatività e scalabilità, ma siamo quart’ultimi tra i 27 stati membri della UE in termini di digitalizzazione e innovazione digitale (Eurostat 2020). Lanciato nel 2017 per colmare questo gap, il Piano Industria 4.0 mette a disposizione delle aziende italiane vantaggi fiscali importanti.

Aggiungiamo che nel 2020 l’impatto economico e sociale della pandemia ha reso ancora più evidente la necessità di accelerare sul digitale. Infatti, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato il 22 giugno scorso ha come Missione n° 1 la digitalizzazione del paese.

In parole povere Europa, Governo e istituzioni vogliono accelerare e confermano il piano di investimenti massicci – in particolare i crediti d’imposta per la digitalizzazione della produzione industriale. Il messaggio è chiaro: più digitale uguale più competitività.

Quali sono i vantaggi operativi della transizione digitale?

La differenza tra fabbrica “tradizionale” e fabbrica “intelligente” consiste soprattutto nella capacità di fare analisi dati just-in-time per migliorare le performance operative degli impianti industriali.

Digitalizzare un impianto produttivo genera vantaggi operativi misurabili. Una ricerca della American Smart Manufacturers Association nel 2020 ha misurato i benefici del passaggio a Industria 4.0:

  • Aumento dell’efficienza operativa media del +10%
  • Riduzione dei fermi macchina per anomalie o manutenzione
  • Diminuzione del tempo medio di ripristino
  • Riduzione dei costi di manutenzione degli impianti
  • Riduzione dei consumi elettrici e di acqua fino al -25%
  • Aumento della redditività delle singole macchine e della linea produttiva.

Quali sono i benefici fiscali che lo Stato mette a disposizione nel 2021/22?

La digitalizzazione degli impianti di produzione permette, attualmente e fino a giugno 2023, di accedere ad incentivi fiscali davvero significativi: in particolare, il credito d’imposta fino al 50% della spesa in beni materiali e immateriali 4.0, in ricerca e sviluppo, in innovazione green e formazione 4.0. Vediamo i punti più importanti.

Il credito d’imposta sugli investimenti varia in funzione della spesa e della dimensione dell’azienda: le PMI usufruiscono del Tax Credit in 1 anno, mentre le aziende più grandi ne usufruiscono in 3 anni.

I Tax Credit per gli investimenti in beni materiali 4.0, ad esempio macchinari, sono i seguenti:

  • Per un investimento fino a €2.5 milioni, il credito d’imposta è pari al 50% nel 2021 e al 40% nel 2022
  • Per un investimento compreso tra i €2.5 e i €10 milioni, il credito di imposta è pari al 30% nel 2021 e 20% nel 2022
  • Per un investimento compreso tra i €10 e i €20 milioni, il credito d’imposta è pari al 10%.

Per gli investimenti in beni immateriali 4.0, ad esempio software 4.0, il massimale di spesa è fissato a €1 milione e dà diritto a un tax credit del 20%.

Per gli investimenti in Ricerca & Sviluppo, il massimale di spesa è fissato a €4 milioni e il tax credit è del 20%.

Per gli investimenti in innovazione tecnologica, il massimale di spesa è fissato a €2 milioni e il tax credit è del 10%.

Per gli investimenti “green” (riduzione impatti ambientali) e sul digitale: il massimale di spesa è fissato a €2 milioni, e il tax credit è del 15%.

Infine, il credito d’imposta per gli investimenti in formazione su tecnologie e processi 4.0 varia proporzionalmente in base alla dimensione dell’azienda:

  • Piccole imprese: €300mila all’anno danno diritto ad un credito d’imposta del 50%
  • Medie imprese: €250mila all’anno danno diritto ad un credito d’imposta del 40%
  • Grandi imprese: €250mila all’anno danno diritto ad un credito d’imposta del 30%.

Il credito d’imposta non è tassato ai fini IRPEF / IRES / IRAP ed è cumulabile con altre agevolazioni. L’iper e super-ammortamento, introdotti nel 2017 per gli investimenti in beni digitali Industria 4.0, sono stati sostituiti dal credito d’imposta (Tax Credit) con la Legge di Bilancio 2020.

Qual è la prima cosa da fare per accedere ai benefici Industria 4.0?

Il passo iniziale consiste nell’analisi dell’impianto produttivo, cespite per cespite, e nella stima di dettaglio dei costi e benefici del progetto.  L’analisi iniziale può essere fatta da una società di consulenza fiscale, ma in base all’esperienza fatta crediamo sia più efficace affidare tutto il progetto ad un unico interlocutore, in grado di fare una vera e propria consulenza industria 4.0 per gestire tutti gli step del percorso: dall’analisi iniziale, alla progettazione e installazione di hardware e software, alla formazione del personale addetto, alla perizia giurata a conclusione del lavoro.

Questo è, appunto, il metodo che utilizziamo con i clienti WillBit: operare come Global Project Partner, dall’inizio alla fine del progetto, a fianco del cliente.

WillBit ha in casa tutte le competenze per gestire un progetto Industria 4.0 end-to-end:

  • 30 anni di esperienza nella gestione manageriale di impianti produttivi
  • Tecnologia 4.0: big data, machine learning, IoT, cloud manufacturing, business intelligence, security
  • Project management
  • Know-how tecnico-legale.

I vantaggi di lavorare con un Global Project Partner sono evidenti: velocità nella fase iniziale di analisi costi/benefici, velocità di execution, un solo interlocutore per tutte le fasi del progetto, e l’esperienza del Partner su progetti analoghi. 

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